Micotossine negli alimenti

🍄 Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte da alcuni funghi che possono contaminare gli alimenti. Ciò rappresenta un rischio sia sanitario che di sicurezza alimentare. Scopri di cosa si tratta e come prevenire questo rischio!

Micotossine negli alimenti
Aspergillus Fumigatus [crediti immagine: mold library]

Le micotossine sono sostanze tossiche prodotte da alcuni funghi che possono contaminare gli alimenti. Ciò rappresenta un rischio sia sanitario che di sicurezza alimentare. Scopri di cosa si tratta, come prevenire questo rischio e guarda cosa ne pensavano gli Antichi Egizi a riguardo!

Figura 1 - Fusarium verticilloides [credits: wikipedia.org]

La sanità pubblica affronta una serie di sfide complesse e in continua evoluzione, con impatti significativi sulla salute della popolazione. In questo contesto, un aspetto critico ma spesso trascurato riguarda il rischio legato alle micotossine. Questi sottili nemici sono in realtà metaboliti secondari prodotti da una varietà di funghi, e nascondono una pericolosa dualità nella loro tossicità.

Da un lato, possono causare danni cronici quando si accumulano in piccole quantità nei nostri alimenti nel corso del tempo. Dall'altro, in casi più gravi e inaspettati, possono scatenare un'intossicazione acuta se si presentano in quantità significative.

Questa doppia minaccia mette in evidenza l'urgenza di affrontare il problema delle micotossine. Le micotossine più comuni comprendono le aflatossine, il deossinivalenolo, le fumonisine, lo zearalenone, la tossina T-2 e l'ocratossina. La loro presenza nei prodotti alimentari ha una vasta gamma di conseguenze sulla salute umana, da malattie epatiche a problemi neurologici, mettendo in pericolo la sicurezza alimentare e l'equilibrio generale del sistema sanitario.

La comprensione di queste micotossine e delle loro implicazioni è fondamentale per proteggere la salute pubblica e garantire che i nostri alimenti siano sicuri e privi di rischi nascosti. L’intossicazione che si origina in seguito all’ingestione di alimenti contaminati dalla tossina, è detta micotossicosi.

L’uomo non è l’unica specie suscettibile, ma lo sono anche molti animali. Questo accumulo di tossine insorge in seguito allo sviluppo del fungo, con la classica muffetta. Gli alimenti solitamente indicati sono i cereali, ma anche frutta secca, latte (qualora il foraggio consumato dall’animale sia contaminato) e altri.

Figura 2 - presenza di Aspergillus su pannocchia di granturco [credits: mauriziotommasini.it]

La diagnosi delle micotossicosi costituisce una sfida intrinseca, in quanto i sintomi presentati sono aspecifici e spesso si confondono con le manifestazioni di altre patologie. Per questo motivo, l'approccio preventivo riveste un ruolo cruciale, e tale prevenzione si attua mediante l'impiego dei metodi di campionamento ufficiali stabiliti dalle autorità competenti. Tali procedure sono attentamente progettate per garantire la sicurezza alimentare e minimizzare il rischio di esposizione alle micotossine.

È interessante notare che la conoscenza di queste pericolose sostanze risale a tempi antichi, tanto che tracce delle loro influenze si ritrovano persino nelle antiche scritture egiziane.

Questo riferimento millenario le indica addirittura come la causa dell'ultima delle famigerate Dieci Piaghe d'Egitto. La teoria suggerisce che gli Egizi si trovassero frequentemente di fronte a scenari in cui animali morivano misteriosamente e persone si ammalavano dopo aver consumato cereali immagazzinati nei loro granai, la cui composizione era compromessa da queste insidiose tossine.

Questi eventi, ricordati nei secoli, evidenziano l'antica e persistente preoccupazione per il pericolo delle micotossine nella catena alimentare umana, che persiste ancora oggi, spingendoci a essere vigili nella nostra lotta per la sicurezza alimentare.

Sono così pericolose queste tossine?

La pericolosità delle micotossine varia notevolmente, e sebbene esistano migliaia di queste sostanze, solo alcune rappresentano sfide significative per la sicurezza alimentare. La loro pericolosità è influenzata da una serie di fattori, tra cui la specifica micotossina coinvolta, la quantità presente negli alimenti e la sensibilità individuale.

Tra le varie micotossine, le aflatossine, in particolare la B1, sono particolarmente temute per la loro tossicità. Queste micotossine sono epatotossiche e sono state classificate come cancerogene di gruppo 1 dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Ciò significa che vi è una chiara evidenza scientifica che le aflatossine possono causare tumori nel fegato umano. La loro presenza nei prodotti alimentari è motivo di grande preoccupazione, poiché possono avere effetti gravi sulla salute se ingerite in quantità significative.

Quali funghi producono questi composti?

I principali produttori di micotossine sono le specie dei generi Fusarium, Penicillium e Aspergillus. Questi funghi producono tali composti in condizioni ambientali favorevoli, come elevata umidità e temperature moderate.

Figura 3 - esempi di condizioni ottimali per la produzione di micotossine [credits: onlinelibrary.wiley.com]

Cosa possiamo fare?

La gestione di questa problematica richiede un approccio olistico e coordinato. Come già sottolineato in precedenza, gli organi competenti per la sicurezza alimentare devono condurre controlli periodici per monitorare e prevenire la presenza di micotossine nei prodotti alimentari.

Tuttavia, la prevenzione inizia già a livello agricolo attraverso l'attuazione di buone pratiche agricole (GAP) e le buone pratiche di fabbricazione (GMP) a livello aziendale. Queste metodologie si pongono come primi e tra i più efficaci strumenti di contrasto contro le micotossine. La produzione agricola deve seguire linee guida rigorose per minimizzare il rischio di contaminazione da parte dei funghi produttori di micotossine.

Successivamente alla raccolta, è il sistema di analisi dei rischi e controllo dei punti critici (HACCP) a svolgere un ruolo cruciale. Questo sistema consente di identificare e gestire i vari rischi associati alle micotossine in tutte le fasi della catena alimentare, garantendo la sicurezza degli alimenti fino al momento in cui arrivano sulle tavole dei consumatori

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