Infezioni sessualmente trasmissibili

🩺 Per “malattie/infezioni se**ualmente trasmissibili” si intende un gruppo abbastanza esteso di patologie infettive causate da una notevole varietà di microorganismi che possono contagiare un individuo in seguito a rapporti se**uali con un partner infetto. 💡Scopriamo di cosa si tratta insieme!

Infezioni sessualmente trasmissibili
Immagine di copertina [www.cdi.it]

Con l’espressione “malattie/infezioni sessualmente trasmissibili” o “malattie veneree” si intende un gruppo abbastanza esteso di patologie infettive causate da una notevole varietà di microorganismi (virus, batteri, miceti e parassiti) che possono contagiare un individuo in seguito a rapporti sessuali (vaginali, orali o anali) con un partner infetto. La trasmissione avviene in seguito a contatto cute-cute, cute-mucose, mucosa-mucosa o mediante liquidi biologici (sangue, sperma, secrezioni vaginali), a seconda della zona del corpo in cui si colloca l’agente patogeno; alcuni microorganismi provocano delle infezioni acute con sintomi lievi o asintomatiche, mentre altri inducono delle infezioni croniche con complicanze severe.

È fondamentale che ci sia un adeguato controllo su queste infezioni, che però non è facile a causa di molteplici condizioni che lo impediscono, tra cui il sesso con partner numerosi, la difficoltà a discutere di argomenti di natura sessuale, il trattamento incompleto che può portare alla farmacoresistenza, i viaggi internazionali, la tendenza alla reinfezione se i due partner non vengono curati simultaneamente, gli scarsi finanziamenti per migliorare i metodi diagnostici e le terapie esistenti, e per introdurne di nuovi.

Questo articolo sarà diviso in due parti: nella prima faremo un’esposizione delle malattie dovute a virus e batteri, nella seconda passeremo alle patologie causate da funghi e parassiti, e descriveremo la diagnosi, la terapia e la profilassi.

Infezioni virali

HIV

HIV (virus dell’immunodeficienza umana) è un virus a RNA, dotato di pericapside (involucro esterno di lipidi e glicoproteine), appartenente alla famiglia Retroviridae (Fig. 1), responsabile della sindrome di immunodeficienza acquisita (AIDS), una grave malattia che uccide i linfociti T CD4, che sono una tipologia di globuli bianchi raffiguranti i “registi” dell’immunità, poiché nel momento in cui riconoscono un agente patogeno, rilasciano delle molecole di segnalazione (citochine e chemochine) che attivano altre cellule immunitarie. Eliminando queste cellule, il virus determina l’abbassamento drastico delle difese immunitarie con conseguente aumento della suscettibilità alle infezioni e ai tumori, e comparsa di infezioni opportunistiche (candidosi orale, toxoplasmosi, tubercolosi, citomegalovirus, herpes simplex virus, Fuoco di Sant’Antonio, Sarcoma di Kaposi, aspergillosi), portando infine alla morte.

L’infezione da HIV consta di quattro fasi: latente, che è asintomatica, avviene poco dopo il contatto col virus e dura circa sei mesi, acuta, che può essere caratterizzata da una sindrome simil-influenzale a causa della carica virale temporaneamente alta (la fase più contagiosa), fase cronica, che dura circa dieci anni durante i quali i linfociti CD4 calano progressivamente e i nuovi virus aumentano, e fase sintomatica (AIDS conclamata).

L’infezione si verifica attraverso il sangue, lo sperma e le secrezioni vaginali, ma anche in seguito a contatto con ferite aperte sanguinanti, trasfusioni ematiche e condivisione di siringhe. Mettendo i rapporti sessuali in ordine dal più elevato al più basso rischio di trasmissione del virus, al primo posto abbiamo il sesso anale, poiché in quella zona la mucosa è più soggetta a lesioni in seguito alla penetrazione, al secondo il sesso vaginale, al terzo quello orale.

Figura 1 – Retrovirus al microscopio elettronico (A) e raffigurazione schematica dell’HIV (B) [https://virology.ws / http://amsdottorato.unibo.it]

HPV

HPV (virus del papilloma umano) è un virus a DNA, privo di pericapside, che rientra nella famiglia Papillomaviridae (Fig. 2) e rappresenta l’agente eziologico di verruche, tumori benigni (papillomi e polipi) e tumori maligni (carcinomi). È considerato il virus a trasmissione sessuale più diffuso, e si propaga mediante contatto con cute e mucose, ma anche attraverso oggetti contaminati (per esempio i sex toys). Penetra nei tessuti attraverso microlesioni e infetta le cellule degli strati più profondi, ovvero i cheratinociti basali, all’interno dei quali può effettuare un ciclo litico con formazioni di nuovi virus che si liberano con la desquamazione, oppure un ciclo latente che ne induce la proliferazione.

Parlando in breve delle patologie, le verruche sono delle proliferazioni autolimitanti della cute che hanno l’aspetto di protuberanze (Fig. 3), possono dare sensazioni di fastidio e/o prurito, compaiono soprattutto sulla pianta dei piedi, sulle mani e sul viso, e guariscono da sole. Quelle che invece si creano a livello genitale e perianale prendono il nome di condilomi (Fig. 4). Per quanto concerne i papillomi e i polipi (Fig. 5), i primi presentano un aspetto papillare e rugoso e si generano nella mucosa orale, faringea e laringea, mentre i secondi appaiono globosi e rotondeggianti e si formano nella mucosa anale; possono essere asintomatici o provocare sintomi come prurito, fastidio o dolore lieve (nel caso dei papillomi laringei si possono avere raucedine, dispnea e tosse cronica), e se non vengono rimossi chirurgicamente, a lungo andare diventano maligni. Infine, i carcinomi hanno come bersaglio la cervice uterina, la vulva, la vagina, l’ano, il pene, la bocca e l’orofaringe. Il carcinoma della cervice uterina è il quarto tumore più frequente nelle donne, quello penieno è abbastanza sporadico, quelli orali e orofaringei raffigurano rispettivamente il 10% e il 31% delle neoplasie in quelle zone. Bisogna rimarcare che il virus da solo non è sufficiente per promuovere l’oncogenesi, bensì sono necessari ulteriori fattori; tra i più probabili rientrano gli ormoni, le sostanze chimiche (fumo di tabacco e benzopirene) e gli agenti infettivi (herpes simplex virus 2).

Figura 2 – Fotografia al microscopio elettronico (A) e raffigurazione schematica dell’HPV (B) [www.lacooltura.com / www.poliambulatoriopcm.it]

La genesi delle verruche, dei tumori benigni o di quelli maligni dipende dal ceppo virale con cui si entra in contatto, dal momento che si conoscono circa sessanta ceppi responsabili di infezioni umane, divisi in ceppi a basso rischio (HPV 1, 2, 6, 11, 13, 32) e ceppi ad alto rischio (HPV 16, 18, 32, 45 e 46).

Figura 2 – Verruche sul dito della mano (A) e sulla pianta del piede (B) [www.msdmanuals.com]

Figura 3 – Condilomi sul pene, sulla vulva e in sede perianale [https://medicinaonline.co /  www.dermatologo-torino.it / https://medicinaonline.co] Cliccare sul link per la visione delle immagini.

Figura 4 – Papilloma nel cavo orale e polipo nella mucosa anale [www.studioroghi.it / www.endoscopiadigestiva.it] Cliccare sul link per la visione delle immagini.

HBV

HBV (virus dell’epatite B) è un virus a DNA, con pericapside, incluso nella famiglia Hepadnaviridae (Fig. 5), che invade le cellule primarie del fegato, cioè gli epatociti, che vengono attaccati dal sistema immunitario e distrutti, con conseguente infiammazione del tessuto epatico (epatite). Quindi, il virus causa la malattia in maniera indiretta, in quanto non lisa le cellule. L’epatite B può essere asintomatica o indurre i tipici sintomi della patologia acuta, ossia febbre, nausea, vomito, dolori, ingrossamento del fegato, debolezza, aumento degli enzimi epatici (transaminasi AST e ALT, fosfatasi alcalina e gamma-GT) e della bilirubina. L’incremento di quest’ultima comporta la colorazione giallastra della pelle e degli occhi (ittero), e le urine scure. La mancata guarigione dell’infezione primaria e la persistenza del virus implicano il passaggio verso l’epatite cronica, che evolve in cirrosi epatica e dopo epatocarcinoma.

Come per l’HIV, anche l’HBV è presente nel sangue, nello sperma e nelle secrezioni vaginali, quindi, oltre che tramite rapporti sessuali, si trasmette anche attraverso tagli e punture con aghi e strumenti contaminati, trasfusioni, contatto con ferite aperte. Inoltre, poiché rimane per almeno sette giorni sulle superfici, ci si può infettare anche mediante oggetti contaminati che toccano ferite e lesioni cutanee o delle mucose (spazzolini, rasoi, pettini, forbici).

Figura 5 – Struttura dell’HBV [www.my-personaltrainer.it]

HSV

HSV (virus dell’herpes simplex) è un virus a DNA, provvisto di pericapside, che è classificato nella famiglia Herpesviridae (Fig. 6), infetta le cellule cutanee e delle mucose (cheratinociti), provocando l’herpes, e, ugualmente all’HPV, è altamente contagioso. Esistono due tipi di HSV, ovvero HSV-1 e HSV-2; il primo è responsabile soprattutto dell’herpes labiale, mentre il secondo principalmente dell’herpes genitale, si diffondono attraverso il contatto con cute e mucose in cui sono presenti le vescicole tipiche, con i fluidi corporei (HSV-2), con le goccioline respiratorie o la saliva (HSV-1). È importante sottolineare che anche l’HSV-1 può causare l’herpes genitale in caso di rapporto orale, dal momento che gli organi sessuali entrano in contatto con le vescicole presenti sulle labbra o nella bocca, con conseguente trasmissione del virus.

Figura 6 – Struttura dell’HSV [https://microbenotes.com]

I sintomi dell’herpes genitale, quello che ci interessa, sono febbre, malessere, dolori muscolari, prurito, bruciore, dolore nella zona genitale e formazione di vescicole ulcerative ripiene di liquido ricco di particelle virali su pene, vagina, vulva, cervice e perineo (Fig. 7). Dopo la guarigione, il virus rimane latente nei gangli nervosi delle aree coinvolte, dove viene tenuto sotto controllo dal sistema immunitario, e in caso di indebolimento di quest’ultimo, si riattiva conducendo a delle recidive della malattia, che di solito sono meno gravi dell’infezione primaria. L’infezione da HSV-2 incrementa la probabilità di trasmissione o acquisizione dell’HIV e dell’HPV, ed è la più consueta negli individui con AIDS.

Figura 7 – Lesioni tipiche dell’herpes genitale [www.urologotorino.it / https://mediterranews.org]

Infezioni batteriche

Neisseria gonorrhoeae

Neisseria gonorrhoeae (gonococco) è un batterio Gram negativo di forma sferoidale (cocco), incluso nel phylum Proteobacteria (Fig. 8), passa da un individuo all’altro mediante il contatto con cute e mucose, e colonizza le cellule dell’epitelio stratificato colonnare che riveste l’uretra anteriore. Da qui passa nel tessuto connettivo sottostante dove scatena la risposta immunitaria, portando all’insorgenza della gonorrea (o blenorragia). Si tratta di un’infiammazione delle vie urinarie (uretrite) che si manifesta con secrezione purulenta, dolori e difficoltà a urinare. Le donne possono essere colpite da una cervicite con produzione di pus, prurito vaginale, dolore durante o dopo i rapporti sessuali. In seguito a trasmissione mediante un rapporto anale, in genere la malattia è asintomatica, ma in alcuni casi può comparire una proctite con dolore o prurito anale, emissione di pus e sangue e movimenti intestinali dolorosi. Se la trasmissione avviene tramite sesso orale, si può avere la faringite gonococcica che normalmente è asintomatica oppure può dare mal di gola.

In assenza di un trattamento idoneo, la malattia può evolversi e dare una serie di complicazioni, ovvero nelle donne si diffonde alla cervice, all’utero e alle tube di Falloppio provocando la Malattia infiammatoria pelvica (MIP) con febbre, dolore pelvico cronico, endometrite, annessite (infiammazione delle ovaie e delle tube), mentre negli uomini dà luogo a epididimite con dolore scrotale monolaterale e gonfiore. Entrambe le condizioni possono portare a sterilità.

Ulteriori complicazioni sono l’infezione gonococcica disseminata e l’artrite settica gonococcica, che insorgono quando il batterio invade il circolo sanguigno; la prima è distinta da febbre, dolore alle articolazioni e lesioni cutanee pustolose, la seconda da artrite a una o due grandi articolazioni (polsi, caviglie, ginocchia, gomiti) con versamento, gonfiore e cute arrossata.

Figura 8 – N. gonorrheae al microscopio elettronico in cui sono evidenti i pili (A) e striscio di un campione visto al microscopio ottico, in cui c'è un'abbondanza di leucociti, alcuni invasi dai batteri (frecce) (B) [www.medical-labs.net / https://en.wikipedia.org]

Chlamydia trachomatis

Chlamydia trachomatis è un batterio Gram negativo dalla forma tondeggiante, è collocato nel phylum Chlamydiae (Fig. 9), e bersaglia le cellule dell’uretra. Queste ultime, nel momento in cui vengono infettate, rilasciano delle molecole proteiche che stimolano l’infiammazione, causando un’uretrite o una cervicite molto simili a quelle indotte dal gonococco. Le complicazioni della malattia sono le stesse della gonorrea, ovvero epididimite negli uomini e malattia infiammatoria pelvica nelle donne. In aggiunta a ciò, questo batterio è responsabile del linfogranuloma venereo (LGV), caratterizzato da vescicole colme di liquido sul pene o nella vagina, che si ulcerano e guariscono spontaneamente (primo stadio), ingrossamento dei linfonodi inguinali che diventano dolenti al tatto e possono portare alla formazione di ascessi (secondo stadio), occlusione dei vasi linfatici con conseguente gonfiore dei tessuti genitali e comparsa di ulcere cutanee (terzo stadio). La diffusione del batterio ai tessuti del retto conduce a proctite con secrezioni ematiche e purulente dall’ano, dolore e restringimento rettale.

Figura 9 – C. trachomatis al microscopio elettronico [B A Collett et al., 1989]

Treponema pallidum

Treponema pallidum è un batterio Gram negativo, spiraliforme, appartenente al phylum delle Spirochete (Fig. 10), e raffigura l’agente eziologico della sifilide (o lue), che è la terza malattia a trasmissione sessuale batterica più assidua dopo la gonorrea e l’uretrite da Chlamydia. Il batterio si trasmette attraverso il sangue e il contatto con cute e mucose, e nel momento in cui si trova a livello della pelle o di una mucosa (orale, vaginale, anale), grazie al rilascio di enzimi specifici e all’esecuzione di movimenti a molla, riesce a penetrare i tessuti per poi moltiplicarsi. Nel punto di entrata del batterio si crea una lesione detta sifiloma, che all’inizio appare come una papula, ma in seguito si converte in un’ulcera rossa scuro (Fig. 11), a fondo duro, indolore, contenente un essudato ricco di batteri e leucociti. Questo è il primo stadio della malattia (sifilide primaria) e la fase maggiormente contagiosa. Con la consecutiva diffusione e proliferazione dei batteri nei linfonodi, si ha linfoadenopatia. Successivamente il sifiloma guarisce nel giro di tre o sei settimane, però la malattia prosegue, e in seguito alla diffusione del batterio tramite il circolo ematico e linfatico, sulla pelle compare un’eruzione esantematica simile a quella della varicella (sifilide disseminata), associata a febbre, emicrania e inappetenza. Tale fase ha una durata di circa otto mesi e può evolvere in sifilide latente, caratterizzata dalla completa assenza di sintomi, che persiste per anni o decenni e nella maggior parte dei casi guarisce spontaneamente. Più raramente evolve in sifilide terziaria, che può colpire vari organi, tra cui il sistema nervoso centrale (neurosifilide con paralisi, debolezza, demenza e disturbi della parola), l’apparato cardiovascolare (sifilide cardiovascolare con lesione aortica, ostruzione delle arterie coronarie e insufficienza cardiaca) o la cute (sifilide tardiva benigna con comparsa di lesioni granulomatose, dette gomme, su pelle, ossa e testicoli).

Figura 10 – T. pallidum al microscopio elettronico [www.diasorin.com / https://it.wikipedia.org]

Figura 11 – Ulcera della sifilide sul labbro e sul glande [https://makeitsafe.love] Cliccare sul link per la visione delle immagini.

Klebsiella granulomatis

Klebsiella granulomatis è un batterio Gram negativo, dalla forma a bastoncello (bacillo), rientra nel phylum Proteobacteria (Fig. 12), parassita un tipo di cellule immunitarie (i monociti/macrofagi) ed è responsabile della donovanosi (o granuloma inguinale). Questa malattia colpisce la cute e le mucose principalmente dell’area genitale, ma può collocarsi anche nelle zone anale, perianale e orale, e si manifesta sotto forma di papule che si trasformano in noduli arrossati per poi svilupparsi in ulcere granulomatose e maleodoranti (Fig. 13). Queste ultime, quando l’infezione diventa profonda, si convertono in tessuto cicatriziale. Negli uomini le lesioni genitali sono presenti sul glande, sul prepuzio e sulla corona, mentre nelle donne gli organi coinvolti sono la cervice, la vulva e le piccole labbra. Per quanto concerne le lesioni extra genitali, che sono quasi unicamente secondarie a quelle genitali e anali, compaiono sulle labbra, sulle guance, sulle gengive (Fig. 14), sul palato, nella faringe, sul collo, sul naso e sul petto.

Se la patologia non viene curata, il batterio invade i flussi ematico e linfatico determinando multiple complicazioni, come perdita del colore della pelle nella zona genitale, danno e cicatrizzazione genitali, cancro nel sito di infezione, gonfiore genitale permanente dovuto alla cicatrizzazione, restringimento della vagina, dell’ano e dell’uretra, e danno alle ossa o a vari organi (intestino, fegato, milza, polmoni e ovaie).

Figura 12 – K. granumolatis al microscopio elettronico (A) e striscio di monociti, visto al microscopio ottico, con numerosi batteri (B) [www.clinicasabortos.mx / www.microbiologyresearch.org]

Figura 13 – Lesioni ulcerative della donovanosi nell’uomo e nella donna [www.msdmanuals.com] Cliccare sul link per la visione delle immagini.

Figura 14 – Ulcera della donovanosi sulle gengive [www.clinicaarthurnouel.com]

Haemophilus ducreyi

Haemophilus ducreyi è un coccobacillo Gram negativo, appartenente al phylum Proteobacteria (Fig. 15), responsabile del cancroide, una malattia rara nei paesi industrializzati, che coinvolge la cute e le mucose genitali con formazione di papule che diventano ulcere mollicce e dolorose (Fig. 16), si allargano fino a confluire e a volte possono portare a distruzione tissutale. Inoltre, i linfonodi inguinali si ingrossano fino ad arrivare a suppurazione. Può capitare che il batterio causi ulcere cutanee in sedi extra genitali, sia nei bambini che negli adulti.

Figura 15 – H. ducreyi al microscopio ottico (A) e al microscopio elettronico (B) [https://phil.cdc.gov / www.nurse24.it]

Figura 16 – Ulcera del cancroide sul pene [https://albertogrittiurologo.it] Cliccare sul link per la visione delle immagini.

Nel prossimo articolo della rubrica troverai altri tipi di malattie sessualmente trasmissibili poco conosciute ma anche informazioni su diagnosi, terapia e profilassi!

                                                                                                             Lorenzo Tramontana

Fonti

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